Caucana, viaggio nel tempo
Caucana è sita quasi a metà strada tra Punta Secca e Marina di Ragusa. Fu rifugio degli scampati alla distruzione di Kamarina, la città greca che, dopo aver aderito alla causa punica, venne severamente punita dai romani e nel 258 a.C., per volere del console Attilio Calatino. Fu infatti incendiata, saccheggiata e distrutta.
Caratterizzata da una posizione strategica, Kaukanae questo l’antico nome, trovò la sua fortuna economica nei collegamenti militari e commerciali con Malta e il nord Africa.
Potenziata in epoca imperiale dai romani, Caucana raggiunse il suo massimo splendore nel periodo tardo romano e bizantino (IV e VII sec. d.C.). Divenne un importante porto, come si evince dalle testimonianze di alcuni scrittori dell’epoca e dello storico Procopio di Cesarea. Ma la sorte di Caucana mutò con l’arrivo degli Arabi. Rinominata Ras Karami, nell’827, fu totalmente distrutta. Nonostante la furia saracena e la fuga della popolazione verso l’entroterra, i villaggi, però, non furono del tutto abbandonati.
L’ancoraggio di Caucana dovette giocare ancora il suo importante ruolo nel 1091, quando Ruggero il normanno mosse da qui con la sua flotta per conquistare Malta. Il susseguirsi delle incursioni saracene portò all’abbandono definitivo dell’insediamento. Il declino scese così su Caucana che, con il trascorrere del tempo, fu ricoperta dalla sabbia.
Visitarla oggi vuol dire aprirsi ad un insediamento di epoca tardo – antica, tra i meglio conservati in Sicilia. Il quartiere più noto è quello situato in località Anticaglie, a ridosso della spiaggia e all’interno del Parco Archeologico. In questo complesso sono stati portati alla luce ben 25 edifici di diversa tipologia. Liberamente disposti sul territorio, essi mettono in risalto la mancanza di un piano urbanistico.
Tra le più belle scoperte: una chiesetta cimiteriale al cui interno, nella navata centrale, è stato rinvenuto un prezioso pavimento a mosaico, esposto nel museo archeologico di Ragusa, con figure di animali e rappresentazioni antropomorfe.
A queste rarità si aggiungano i risultati delle recenti campagne di scavi, guidate dall’ archeologo Roger Wilson. Esse hanno portato alla luce, nel 2008, una tomba contenente i resti di una giovane donna dell’età di 25 anni e quelli di un bambino di circa sei anni.